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La Reitwagen-Einspur, realizzata nel 1885 dal tedesco Gottlieb Daimler, uno dei padri dell’industria automobilistica mondiale, è considerata la prima motocicletta della storia, ma in realtà è “solo” la prima con motore a scoppio, l’ha preceduta una sorta di bicicletta a pedalata assistita realizzata dal francese Louis-Guillaume Perreaux nel 1869.
La storia dell'industria motociclistica internazionale può essere fatta risalire agli anni a cavallo tra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX.
Per molti anni, fino alla seconda guerra mondiale la produzione di mezzi a due ruote motorizzati è stata perlopiù una prerogativa dell'industria europea, soprattutto tedesca, inglese ed italiana, con qualche eccezione riguardante gli Stati Uniti.
Dal dopoguerra la produzione si è intensificata in tutto il mondo, con l'apparizione sul mercato di marchi dall'Europa orientale e soprattutto con la sempre maggiore presenza delle industrie giapponesi, le quattro sorelle che hanno sempre più preso possesso del mercato mondiale delle motociclette.
Nello stesso tempo un fenomeno di regressione ha colpito le industrie del vecchio continente, in particolare per quanto riguarda le aziende britanniche, fino agli anni settanta tra le più apprezzate dai centauri di tutto il mondo.
Come per le industrie automobilistiche si è anche assistito ad un progressivo raggruppamento delle industrie del ramo in gruppi omogenei, per poter offrire anche delle economie di scala e poter competere in qualche modo con i colossi dell'estremo oriente. Un esempio italiano del fenomeno potrebbe essere quello della Cagiva che, negli anni ottanta cercò di raggruppare attorno a sé alcuni dei marchi nazionali più prestigiosi dell'epoca come Aermacchi, Ducati e MV Agusta, nonché la svedese Husqvarna. L'operazione non ebbe il successo sperato ed il gruppo creato si andò man mano sfaldando con varie dismissioni.
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